Tamponi Lazio, Futura Diagnostica si difende: “Siamo professionisti”



“Non capisco perché mai avremmo dovuto fornire un dato diverso dalla realtà. Sarebbe gravissimo”. A parlare è Walter Taccone, ex presidente dell’Avellino, laureato in chimica e specializzato in biologia molecolare che ha diretto in passato il laboratorio della Asl di Avellino e che dal 1996 è consulente scientifico della Futura Diagnostica. Il centro al “centro” dei sospetti sul caso “tamponi Lazio” si difende fin dal primo giorno. A guidare la struttura, oggi, c’è il figlio di Taccone, Massimiliano. Come riporta “Il Mattino”, il fondatore della struttura si difende così: “In merito ai sospetti, non ho voglia di parlare. Chissà, forse qualcuno insegue un tornaconto personale. Ma per me l’argomento è chiuso. Zero commenti. Per noi parla la credibilità del nostro istituto e non mi piace giudicare il lavoro degli altri. Dal 1996 abbiamo effettuato oltre un milione di test di biologia molecolare: una branca che non si occupa solo di virologia, ma anche di maternità, tumori, fertilità. Abbiamo una lunga storia”.

Walter Taccone non ci sta, racconta la sua storia e lo fa con passione e professionalità: “Ho fondato la Futura Diagnostica nel 1996, l’ho diretta e ora è guidata da mio figlio Massimiliano. Io oggi sono in pensione ma rivesto il ruolo di consulente scientifico e mi sento di dire che, per quanto ci riguarda, anche gli ultimi tamponi effettuati hanno escluso situazioni di positività all’interno della squadra e dello staff. Leiva e Strakosha, per noi, sono negativi, mentre nel caso di Immobile abbiamo segnalato solo una lieve reattività del gene N, che non è patogenicamente interessato all’infezione Covid-19”

Come sono stati analizzati i tamponi

Qualche giorno fa il figlio Massimiliano aveva espresso dubbi sulle accuse rivolte al laboratorio “Futura Diagnostica” raccontando i dettagli della vicenda: “A differenza della stragrande maggioranza dei laboratori – riporta sempre “Il Mattino”- noi analizziamo 3 geni e non soltanto i 2 geni classici. Tra questi 3, c’è un gene della famiglia coronavirus che non è però specifico del Covid-19. Dunque, con i nostri laboratori, segnalammo il gene positivo, ma questo non è un gene che infetta. Il laboratorio della UEFA rifece il tampone e anche lì confermarono il nostro risultato”



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