Lazio, va bene il Var ma Inzaghi ha sbagliato



Lazio in difficoltà nel girone di ritorno

Il fallo su Felipe Anderson c’era. Al limite dell’area di rigore, dunque rigore. Gli episodi hanno indubbiamente condizionato la corsa della Lazio alla Champions League ma, onestamente, c’è anche un’altra analisi da fare.

La squadra si è inceppata, il girone di ritorno è da mani nei capelli e, se non fosse per la splendida cavalcata in Europa League, il quinto posto in campionato sarebbe davvero amaro. Per fortuna arriva la sosta, uno spazio temporale nel quale i tifosi potranno ristrutturare le loro speranze e la squadra ritrovare le proprie forze. Intanto, alcuni appunti alle scelte che – inevitabilmente – hanno portato appena 13 punti in 10 giornate di campionato.

Questa mattina, sul Corriere dello Sport-Stadio, vale la pena leggere l’analisi di Fabrizio Patania in tal senso: «Non è una marcia da Champions a cui ieri si sono aggiunte le scelte discutibili di Inzaghi. Aggiungere attaccanti dentro un modulo che non li contiene è un errore. Perché, in certi casi, non passare a quattro? Così la Lazio ha regalato un tempo intero e nella ripresa, dopo le fatiche di Kiev, non aveva più sprint per fare la differenza».

Ecco, l’argomento tattico è da tempo il topic principale di chi guarda senza pregiudizi la storia di questo girone di ritorno. Inzaghi è convinto che l’assetto è immutabile visto quanto fatto finora ma, il “finora”, si scontra con la differenza punti rispetto al girone di andata: 12 in meno. L’allenatore della Lazio ha mostrato però disponibilità ad alcuni cambiamenti, come quello di far giocare contemporaneamente Luis Alberto e Felipe Anderson. Anche se, a rileggere bene la stagione, di cambiamento non si può parlare fino in fondo. Questa infatti era l’idea estiva di Inzaghi prima che il brasiliano si infortunasse.

Felipe è un giocatore straordinario, pieno di fantasia e di imprevedibilità. E appunto perché imprevedibile è soggetto a flessioni improvvise, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Ma visto che la gioia del calcio passa anche dai piedi di Felipetto, sarebbe bello non vederlo più schierato terzino. Questo sì che è un cambiamento da evitare.



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