Calciomercato | Lazio, tre problemi da risolvere



Berisha, Badelj, Durmisi: la tre spine

Tre flop, due particolarmente gravi e inattesi, hanno penalizzato il girone di andata della Lazio: Badelj, Berisha e Durmisi (soprattutto i primi due) sono stati una grande delusione e non hanno dato il contributo che tutti si aspettavano.

Badelj non è riuscito a integrarsi come avrebbe dovuto, Berisha – bloccato anche da un infortunio – ha collezionato appena 5 presenze in campionato, Durmisi è «desaparecido». Per il tecnico Simone Inzaghi tre casi da risolvere in fretta. Acerbi è l’«highlander», l’uomo che non si ferma mai; Correa qualche numero l’ha mostrato, a sprazzi ma convincente: sono i due acquisti estivi che hanno contribuito al percorso positivo della Lazio in campionato (è quarta) e in Europa (si è qualificata per i sedicesimi).

Poi c’è un sottobosco di presunte primedonne che, finora, hanno deluso parecchio rispetto alle intriganti attese d’inizio stagione: il vicecampione del mondo Badelj, ad esempio, e anche Berisha che con il Salisburgo volava. Pure Durmisi non ha affatto convinto: doveva essere il nuovo prodotto dell’intuito di Tare, ma è passato quasi inosservato.

«Ho usato troppi antidolorifici e l’ho pagata»: la confessione appartiene proprio a Durmisi e rimbalza in queste ore dalla sua Danimarca. Sono parole scioccanti, o comunque inquietanti, e riguardano le stagioni precedenti il trasferimento del giocatore alla Lazio. Nonostante la giovane età (compirà venticinque anni proprio domani), Riza ha avuto una carriera condizionata dagli infortuni.

«Nel 2016 mi sono iniettato gli antidolorifici per poter giocare in nazionale contro la Polonia e tre giorni dopo ho fatto lo stesso per affrontare il Montenegro. Dopo il debutto nel Betis, a settembre di quello stesso anno, sono caduto davanti a casa, e meno male che c’era mio padre ad aiutarmi. Mi hanno spiegato che avevo esagerato con quei medicinali, ma non per questo ho usato maggiori precauzioni: spesso ho giocato con un dolore fortissimo alla schiena, che nella seconda stagione a Siviglia (l’anno passato, n.d.r.) mi condizionava del venti o anche del trenta per cento. Io però volevo comunque scendere in campo, dovevo conquistarmi un posto in nazionale per i Mondiali in Russia. I medici e i fisioterapisti del Betis e della Danimarca sanno cosa ho fatto per riuscirci, inutilmente».

Eccesso di farmaci: c’è (anche) questo, dunque, nell’impatto negativo di Durmisi sulla Lazio. Particolari che non faranno piacere a Tare né a Lotito: la sensazione di avere acquistato un calciatore mezzo rotto adesso è forte, il fatto che abbia giocato appena 60’ in campionato (complice anche un brutto infortunio al braccio) lo conferma.

Sono invece arrivati sanissimi Badelj e Berisha, eppure anche loro non hanno inciso. Il croato inizialmente sembrava soffrire le fatiche mondiali e la preparazione estiva posticipata, ha avuto qualche acciacco – però non così grave – e nelle ultime tre partite è finito dritto in panchina: Inzaghi nel ruolo di regista gli ha preferito non solo Leiva, ma in assenza del brasiliano anche Parolo che quella posizione la occupa solo in emergenza.

Per Badelj una bocciatura in piena regola, così come quella di Berisha, che tra un infortunio e una ricaduta ha messo assieme appena 5 presenze in A e mai da titolare.

(Stefano Agresti – Corriere della Sera)



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